Io sono Ra. Vi saluto nella luce e nell’amore dell’Uno Infinito Creatore. Adesso stiamo comunicando.

Per prima cosa potresti darmi la condizione dello strumento?

Io sono Ra. È come enunciata in precedenza.

Prima che io passi a del materiale nuovo, nell’ultima sessione sembra esserci stato un piccolo errore che io ho quindi corretto che aveva a che fare con l’affermazione “nessuna opera proviene da lui, ma solo attraverso di lui”. È stato un errore di trasmissione? Oppure cosa l’ha provocato?

Io sono Ra. Questo strumento, quando è completamente aperto al nostro contatto a fascio stretto, a volte sperimenta un improvviso riacutizzarsi della distorsione che voi chiamate dolore. Questo indebolisce momentaneamente il contatto. Questo genere di distorsione aumentata sta avvenendo nel complesso corporeo di questo strumento con maggiore frequenza nel periodo di tempo che voi potreste definire come la quindicina di giorni precedente. Sebbene normalmente non sia un fenomeno che provoca difficoltà nella trasmissione, lo ha fatto due volte nella scorsa seduta. In entrambe le volte è stato necessario correggere o rettificare il contatto.

Per favore, potresti descrivere lo stato di trance in quanto sono un po’ confuso sul come, in stato di trance, il dolore possa influire sullo strumento, dal momento che ero dell’opinione che non vi fosse alcuna sensazione di dolore nel complesso corporeo durante lo stato di trance?

Io sono Ra. Questo è corretto. Lo strumento non ha consapevolezza né di questa né di altre sensazioni. Comunque, noi di Ra usiamo il complesso corporeo attivato nel raggio giallo come canale attraverso cui parlare. Quando il complesso mente/corpo/spirito dello strumento lascia questo guscio fisico nelle nostre mani viene accuratamente sistemato per il nostro contatto.

Comunque, la distorsione che voi chiamate dolore, quando è sufficientemente severa, smorza il contatto appropriato, e– quando la distorsione aumentata è violenta– può far vacillare la sintonia del canale. Questa sintonizzazione deve quindi essere corretta, cosa che noi possiamo fare dato che lo strumento ci offre liberamente questa opportunità.

In una sessione precedente c’era una domanda sulla mente archetipica che non è stata risposta completamente. Vorrei continuare con la risposta a questa domanda. Potresti continuare con questa, oppure è necessario che io rilegga nuovamente l’intera domanda?

Io sono Ra. Come pratica generale è bene far vibrare la domanda nello stesso spazio/tempo in cui si desidera la risposta. Comunque, in questo caso, è per noi accettabile che si inserisca una nota in questo punto della vostra registrazione di questi complessi di vibrazione sonora, che riporti alla collocazione della domanda nelle sedute precedenti. 1

La domanda, sebbene profonda, in qualche modo non raggiunge la comprensione della natura della mente archetipica. Noi non possiamo insegnare/apprendere per nessun altro oltre il punto in cui diventeremmo allievi/insegnanti. Pertanto, faremo alcune annotazioni generali su questo interessante argomento e permetteremo all’intervistatore di considerare e raffinare ulteriormente qualsiasi domanda.

La mente archetipica può essere definita come quella mente peculiare del Logos di questa sfera planetaria. Quindi, diversamente dalla grande mente-totale cosmica, essa contiene il materiale che il Logos gradisce offrire al grande essere cosmico come raffinamento. La mente archetipica, quindi, è quella che contiene tutte le sfaccettature che possono influire sulla mente o sull’esperienza.

Il Mago è stato definito come un archetipo significativo. Tuttavia, non è stato riconosciuto che questa porzione della mente archetipica rappresenta non una porzione del subconscio profondo, bensì la mente conscia e più precisamente la volontà. L’archetipo da alcuni chiamato l’Alta Sacerdotessa è, quindi, la corrispondente facoltà intuitiva, o subconscia.

Osserviamo l’entità così com’è in relazione alla mente archetipica. Si può considerare le possibilità di utilizzare le corrispondenze fra mente/corpo/spirito nel microcosmo e mente/corpo/spirito archetipico che si avvicina molto al Creatore.

Per esempio, nel vostro rituale effettuato per purificare questo luogo, voi usate il termine “Ve Geburah”. È una supposizione corretta che questo sia una porzione o un aspetto dell’Uno Infinito Creatore. Comunque, vi sono varie corrispondenze con la mente archetipica che possono essere sempre più raffinate dall’adepto. “Ve Geburah” è il corrispondente di Michele, di Marte, del positivo, della mascolinità. “Ve Gedulah” ha corrispondenza con Giove, con la femminilità, con il negativo, con quella porzione dell’Albero della Vita relativa ad Auriel.

Potremmo andare avanti con ulteriori raffinamenti di queste due voci nella mente archetipica. Potremmo parlare delle corrispondenze dei colori, delle relazioni con altri archetipi e così via. Questo è il lavoro dell’adepto non dell’insegnante/apprendista.

Possiamo solo suggerire che ci sono sistemi di studio che si possono indirizzare verso gli aspetti della mente archetipica, ed è bene sceglierne uno e studiarlo attentamente. E sarebbe ancora meglio se l’adepto andasse oltre tutto ciò che è stato scritto e creasse delle corrispondenze tali che l’archetipo possa essere richiamato quando si vuole.

[C’è una pausa di 34 secondi fra la fine di questa risposta e l’inizio della domanda successiva.]

Ho una domanda qui che sto per fare e lascio che tu la corregga. Capisco che le discipline della personalità nutrono il centro di energia del raggio indaco ed influiscono sul potere del mago bianco sbloccando i centri di energia inferiori e permettendo il libero flusso della luce spiraliforme ascendente per raggiungere il centro indaco. È corretto questo?

Io sono Ra. No.

Mi correggeresti per favore?

Io sono Ra. Il centro indaco è davvero importantissimo per il lavoro dell’adepto. Tuttavia, non può correggere in nessun modo, non importa quanto cristallizzato, qualsiasi sbilanciamento o blocco in altri centri di energia. Devono necessariamente essere ripuliti serialmente dal rosso in su. 2

Non sono sicuro di capirlo. La domanda è: “Le discipline della personalità come nutrono il centro di energia del raggio indaco e influenzano il potere del mago bianco?” 3 Ha un senso questa domanda?

Io sono Ra. Si.

Risponderesti per favore?

Io sono Ra. Saremmo felici di rispondere a questa domanda. Avevamo capito che la domanda precedente avesse un altro significato implicito.

Il raggio indaco è il raggio dell’adepto. Una gran parte della risposta che cerchi sta in questa frase. C’è una identificazione fra la cristallizzazione di quel centro di energia ed il miglioramento del funzionamento della mente/corpo/spirito quando questo comincia a trascendere il bilanciamento spazio/temporale e ad entrare nei regni combinati dello spazio/tempo e del tempo/spazio.

Fammi capire se la mia opinione sull’effetto delle discipline sulla personalità è sbagliata. Io supponevo che una disciplina della personalità per avere, diciamo, una attitudine bilanciata verso una singola entità amica pulirebbe e bilancerebbe appropriatamente, fino ad un certo punto, il centro di energia del raggio arancione. È corretto questo?

Io sono Ra. Non possiamo dire che stai sbagliando ma è piuttosto poco completo. Una personalità disciplinata, quando si confronta con un altro-sé, ha tutti i centri bilanciati secondo un suo bilanciamento unico. In questo modo l’altro-sé guarda nello specchio vedendo il proprio sé.

Ora, le discipline della personalità io le vedo come il lavoro fondamentale di chiunque sia divenuto consciamente consapevole del processo di evoluzione. È corretta questa mia affermazione?

Io sono Ra. Piuttosto.

Ora, quello a cui sto cercando di arrivare è come queste discipline influenzino i centri di energia ed il potere, diciamo, del mago bianco. Potresti… mi dirai come funziona questo?

Io sono Ra. Il cuore della disciplina della personalità è triplice.

Uno: conosci te stesso. Due: accetta te stesso. Tre: diventa il Creatore.

Il terzo passo è quello che, una volta compiuto, ti rende il più umile servitore di tutti, trasparente nella personalità e completamente capace di comprendere ed accettare gli altri-sé.

In relazione alla ricerca del lavoro magico, la costante disciplina della personalità coinvolge l’adepto nella conoscenza di sé stesso, nell’accettazione di sé stesso, e quindi nel ripulire il sentiero in direzione del grande portale indaco verso il Creatore. Divenire il Creatore vuol dire divenire tutto ciò che c’è. Non c’è, quindi, alcuna personalità nel senso con il quale l’adepto inizia il proprio apprendimento/insegnamento. Quando la coscienza del raggio indaco diviene più cristallina, si potrà fare maggiore lavoro; di più si potrà esprimere dall’infinito intelligente.

Hai affermato che il lavoro di servizio agli altri ha il potenziale per richiamare una grande massa di forza di luce. Potresti solo descrivere come funzioni questo esattamente e quali sarebbero i suoi utilizzi?

Io sono Ra. Ci sono complessi di vibrazione sonora che agiscono proprio come la selezione del vostro telefono. Quando vengono fatti vibrare adeguatamente, accompagnati dalla volontà e dalla concentrazione, è come se molti nei vostri piani metafisici o interiori ricevessero una telefonata. A questa chiamata rispondono riponendo attenzione alle vostre azioni.

Ce ne sono molti di questi. Quelli più ovvi nella nostra società sono quelli usati nella chiesa piuttosto che quelli utilizzati dall’adepto magico. Quel è la differenza nell’effetto di quelli usati, diciamo, in chiesa, nelle nostre varie chiese, e quegli specifici incantesimi magici utilizzati dall’adepto?

Io sono Ra. Se tutti nelle vostre chiese fossero adepti consciamente pieni di volontà, di ricerca, di concentrazione, di conoscenza cosciente della chiamata, non vi sarebbe alcuna differenza. L’efficacia della chiamata è una funzione delle qualità magiche di coloro che chiamano; cioè il loro desiderio di ricercare lo stato alterato di coscienza desiderato.

Selezionando un rituale di protezione ci siamo alla fine accordati sul Rituale di Bando del Pentagramma Minore. Suppongo che questi complessi di vibrazioni sonore siano di quel tipo di cui parlavi tu per richiamare coloro che sono nei piani interiori. È corretto questo?

Io sono Ra. Questo è corretto.

Se noi avessimo creato un rituale per conto nostro con parole usate per la prima volta nella sequenza di protezione, quale sarebbe stato il merito relativo di questo rispetto al rituale che abbiamo scelto?

Io sono Ra. Sarebbe minore. Nella costruzione di un rituale è bene studiare il corpo di opere scritte disponibile, perché i nomi del potere positivo, o del servizio-agli-altri sono disponibili.

Farò un’analogia fra il volume dello squillo del telefono nell’uso del rituale e l’efficienza dei praticanti che usano il rituale. Ora, io vedo che vi sono parecchie cose che influenzano l’efficienza del rituale: primo, il desiderio dei praticanti di servire, la loro abilità nell’invocare la personalità magica, la loro abilità nel visualizzare mentre eseguono il rituale. E permettimi di chiederti riguardo all’importanza relativa di queste cose e di come ciascuna possa essere intensificata?

Io sono Ra. Queste domande rasentano l’eccessiva specificità. È importantissimo per l’adepto percepire la propria crescita come insegnante/apprendista.

Possiamo solo dire che hai dedotto correttamente la fondamentale importanza della personalità magica. Questo è uno studio di per sé. Con l’adeguata volontà emozionale, polarità e purezza, si può operare con o senza gli adeguati complessi di vibrazione sonora. Comunque, non c’è alcun bisogno di uno strumento smussato se uno scalpello è disponibile.

Io presumo che la ragione per cui i rituali utilizzati in precedenza abbiano effetto sia che quelle parole hanno costruito una propensione nella consapevolezza di coloro che hanno agito in quelle aree, tale per cui coloro che hanno la distorsione mentale che noi cerchiamo rispondano per imprimere nella coscienza queste serie di parole. È corretto questo?

Io sono Ra. Questo è, per la gran parte, corretto. L’eccezione è la sonorità di alcune vocali di quello che voi definite il vostro Ebraico e di quello che voi definite il vostro Sanscrito. Questi complessi di vibrazione sonora hanno potere prima del tempo e dello spazio e rappresentano configurazioni di luce che hanno costruito tutto ciò che c’è.

Perché questi suoni hanno questa proprietà?

Io sono Ra. La corrispondenza nel complesso vibratorio è matematica.

Al momento abbiamo abbastanza energia trasferita per una domanda completa.

In che modo gli utilizzatori di questi suoni, Sanscriti ed Ebraici, hanno determinato quali fossero questi suoni?

Io sono Ra. Nel caso dell’Ebraico, l’entità nota come Yahweh ha aiutato questa conoscenza imprimendo nel materiale il codice genetico che divenne linguaggio, come lo definite voi.

Nel caso del Sanscrito le vibrazioni sonore sono pure per via della mancanza di un precedente alfabeto, come lo definite voi, o nomenclatura delle lettere. Dunque, sembrava che i complessi di vibrazione sonora cadessero al loro posto direttamente dal Logos. Questa è stata, dovremmo dire, una situazione o un processo più naturale o spontaneo.

In questo momento prenderemmo nota dell’incidente nella seduta precedente, in cui il nostro contatto è stato posizionato per un breve periodo in modo incorretto e poi corretto. Nell’esercizio del fuoco si può vedere l’iniziale spirale in senso orario dal centro di energia del raggio verde, attraverso le spalle e la testa, poi attraverso i gomiti, poi verso la mano sinistra. Il canale è stato corretto prima che il resto di questa risposta fosse completato.

C’è una breve domanda in questo momento?

C’è qualcosa che possiamo fare per mettere lo strumento più comodo o per migliorare il contatto?

Io sono Ra. Va tutto bene. Lo strumento continua con un po’ di dolore, come chiamate voi questa distorsione. La zona del collo permane molto distorta nonostante i cambiamenti siano stati, ad un grado minimo, utili. Gli allineamenti sono buoni.

Noi vi lasceremmo adesso, amici miei, nell’amore e nella luce dell’Uno Infinito Creatore. Andate avanti, quindi, a glorificarvi ed a rallegrarvi nella forza e nella pace dell’Uno Infinito Creatore. Adonai.


  1. Questa la si può trovare in #67.28

  2. In questo contesto, serialmente può essere definito come “punto per punto, uno dopo l’altro in una serie.” 

  3. La domanda posta in #74.5 e poi chiarita in #74.7 era dello scriba.